Cari concittadini,
in questi giomi i Comuni sono stati chiamati dal Prefetto per partecipare ad una fase
importante di dibattito, tuttora in corso, sul tema dell’accoglieoza dei “migrant7”.
Voglio quindi spiegare al meglio l’attuale situazione e quali obbiettivi si vogliono
raggiungere.
Già da oltre un anno anche i sindaci finora non coinvolti sono stati sollecitati a
partecipare alla soluzione del grave problema della massiccia immigrazione aderendo
ad una nuova metodologia di accoglienza che prevede una maggiore diffusione su
tutto il territorio dei migranti e una più equa ripartizione dei flussi.
L’attuale sistema di accoglienza sta raggiungendo livelli di criticità difficilmente
sostenibili ancora a lungo. Oggi in ltaha sono accolte quasi 160.000 persone
distribuite in “soli” 2.600 comuni (di cui 10 comuni in provincia di Rovigo), la
maggior parte nel cosiddetto “circuito straordinario”, gestito direttamente dai Prefetti
senza la preventiva partecipazione dei Sindaci, dando luogo a concentrazionr
eccessive, soprattutto su territori di Comuni di piccole dimensioni (Bagnoli, Cona,
ecc.). I sindaci sono in questo modo scavalcati ed esautorati dalla decisione e la
Prefettura invia le persone nelle strutture messe a disposizione volontariamente da
soggetti privati (Frassinelle, Ficarolo, Rovigo, Adria, ecc.).
In provincia di Rovigo, delle oltre 1.800 persone arrivate dall’inizio dell’accoglienza,
attualmente ne sono ospitate in tutto 688 ancora in attesa di riconoscimento dello
status di rifugiato. Purtroppo l’eccessiva concentrazione di essi in pochi Comuni e la
previsione di ulteriori nuovi arrivi, visto il perdurare del fenomeno, rischia di
provocare, come già accaduto, forti tensioni sui pochi territori coinvolti.
Da qui la proposta dell’accoglienza diffusa formulata dall’ANCI (Associazione
Nazionale Comuni Italiani), a seguito dell’accordo raggiunto con il Ministero
dell’Interno, per l’avvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile dei
richiedenti asilo. I1 nuovo piano stabilisce i criteri di distribuzione dei migranti al fine
di coinvolgere la maggior parte degli 8.000 Comuni italiani mediante l’ospitalità di
2,5 – 3 persone ogni mille abitanti.
I1 Prefeuo di Rovigo, nel rispetto delle nuove linee operative, ha inviato una lettera a
tutti i Sindaci nel mese di ottobre, ribadendo la richiesta, già formulata nel mese di
dicembre 2015, di collaborazione e reperimento nel territorio di strutture private o
pubbliche idonee allo scopo.
Successivamente, lunedì 7 novembre, i sindaci sono stati invitati dal Prefetto stesso a
partecipare al Comitato per l’ordine e la sicurezz^ presso la sede provinciale per
discutere, ricercare soluzioni al problema e rinnovare l’invito a tutti i Comuni.
In quella riunione il Prefetto e i Sindaci si sono confrontati su tutte le complesse
questioni inerenti l’accoglienza e la distribuzione dei richiedenti asilo, facendo
emergere aon chiarczza perplessità, dubbi, difficoltà, paure vere o presunte
connaturate aI fenomeno della massiccia immigrazione che il nostro Paese sta
affrontando.
La maggiore preoccupazione emersa consiste sostanzialmente nella possibilità che le
persone accolte possano commettere reati contro le persone ed il patrimonio o creare
turbamento in qualche maniera alla quiete ed alla sicurezza dei luoghi.
I1 Prefetto ed i Responsabili delle Forze dell’ordine presenti hanno ribadito e
confermato ancora una volta che in tutto il territorio della Provincia di Rovigo,
dall’inizio dell’ospitalità, i richiedenti asilo accolti non hanno commesso nessun
reato.
Nel corso della discussione ho ritenuto doveroso formulare alcune riflessioni che
scaturiscono essenzialmente dai due presupposti fondamentali sui quali si basa l’agire
di ogni persona chiamata a ricoprire incarichi pubblici. Il primo di natura etica ed il
secondo prettamente raziofiale e basato sul rispetto della legge.
Ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero relativamente alle cause delle
migrazioni, alle soluzioni più o meno efficaci messe in atto dai governi e dalla
Comunità internazionale per provare a risolvere il problema, ai disagi e alle
inevitabili gravi conseguenze che questo nuovo grande esodo sta provocando, ma
credo e spero nessuno intimamente creda che le persone che lasciano i loro paesi
d’origine, muoiono in mare, affrontano infinite diffrcoltà ed umiliazioni nella
speranza di una vita migliore non meritino la nostra umana comprensione ed il nostro
aiuto.
Se riusciamo ad alleviare la sofferenza di qualche nostro simile ritengo abbiamo fatto
esclusivamente il nostro dovere di appartenenti al genere umano.
Noi Amministratori, soprattutto dei piccoli Comuni, quotidianamente siamo chiamati
ad affrontare queste incessanti e faticose sfide, sia pur con i pochissimi mezzi
ftnanziari di cui disponiamo. L’abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo per tante
persone, nel giusto silenzio e senza bisogno di riconoscenza. Oggi siamo anche
invitati ad aiutare, con il supporto frnanziario datoci dalle istituzionilcE, persone che
arrivano da paesi lontani e spesso sconosciuti ma che riteniamo abbiano la stessa
dignità e meritino 1o stesso rispetto che portiamo ai nostri concittadini meno fortunati.
Ma l’agire di un Amministratore non può basarsi esclusivamente sui propri
convincimenti e deve essere altrettanto attento alle conseguenze che ogni decisione
presa può generare sul proprio territorio. Da qui la necessità di assumere informazioni
attendibili e verificabili, confrontarsi, approfondire le criticità e studiare le soluzioni
piu efficaci e concretamente realizzablli.
Di fronte all’appello dei sindaci già pesantemente coinvolti nell’accoglienza, alle
Istituzioni che chiedono collaborazione e sono disposte a sottoscrivere accordi seri
nel rispetto dei principi di sostenibilità, equa distribuzione e giusto ritorno
economico, alle rassicurazioni ricevute in merito alla sicurezza dei aittadini e agli
aspetti igienico sanitari e organizzativi, mi sono sentito in dovere di dare la
disponibilità del Comune che sono onorato di rappresentare all’ospitalità di un
numero di richiedenti asilo proporzionato alle nostra popolazione in base al piano
ANCI, alla nostra disponibilità di locali e alla nostra capacità di accoglienza ed
integrazione. Confortato inoltre dal fatto che tale disponibilità offerta ci preserverà in
futuro da ulteriori iniziative private e non controllabili.
Ho quindi proposto le ex scuole elementari di Via Cà Donà, che a seguito della
cessazione delle attività del Centro Anziani saranno parzialmente libere dal mese di
gennaio.
Solo dopo i necessari approfondimenti tecnici ed igienico sanitari saremo in grado di
stabilire le reali capacità ricettive, che a nostro awiso possono indicativamente
aggirarsi attorno alle I 0 ll5 unità (che sarà la ricettività massima del nostro paese).
La Prefettura, attraverso la Cooperativa che sarà individuata quale gestore, garantirà
al Comune il pagamento delle utenze (riscaldamento, acqua, luce) e del canone di
locazione dei locali. Risorse che andranno ad incrementare gli stanziamenti Comunali
per l’assistenza sociale. Nel caso in cui fosse necessario f inserimento di personale
specializzato, lo stesso sarà prioritariamente ricercato nel nostro Comune.
Le persone accolte, come avviene già in altri Comuni, previa assicurazione contro gli
infortuni ed addestramento antinfortunistico, potranno inoltre essere impegnate in
attività non retribuite a benef,rcio della nostra comunità.
Finalmente vi è la grande opportunità di poter gestire e non “subire” il fenomeno
dell’accoglienza. L’auspicio è che i Comuni del Polesine, superando le inevitabili
resistenze, vogliano e sappiano intelligentemente collaborare alla soluztone dt un
problema verso cui non si può restare silenti nella speranza che se ne facciano
collaborare aLIa soluzione di intelligentemente
esclusivamente carico altri.
In ogni caso, se nella nuova riunione convocata per il giorno 17 novembre 2016 altri
Comuni non si candidassero all’ospitalità, rifiutando di fatto il modello
dell’acco glienza diffusa, il Prefetto continuerà a gestire autonomamente la
collocazione dei richiedenti nei Comuni in base alle disponibilità di alloggi proposte
dai privati, senza possibilità per i sindaci di poter partecipare attivamente e
controllare la gestione dell’accoglienza nel proprio Comune a tutela dei propri
cittadini.
Come sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento e disponibile ad un costruttivo
e serio confronto, porgo i miei più cordiali saluti.
IL SINDACO: VINICIO PIASENTINI
fonte:civicovenezze
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