CONFAGRICOLTURA ROVIGO Lunedì 20 novembre si è tenuto un incontro all’agriturismo Corte Carezzabella di San Martino di Venezze per la giornata dedicata a “Agriturismo, cicloturismo & territorio”
Un cicloturista su cinque sceglie gli agriturismi.
Sono stati compiuti grandi passi da parte delle aziende del territorio ma ora le istituzioni devono la loro parte, curando percorsi, segnaletica e territorio: questo è quello che emerge dall’incontro di lunedì 20 novembre a Corte Carezzabella di San Martino di Venezze per la giornata dedicata a “Agriturismo, cicloturismo & territorio” dove è stato evidenziato che un cicloturista su cinque sceglie l’agriturismo per le sue vacanze a due ruote.
Rovigo – Un cicloturista su cinque sceglie l’agriturismo per le sue vacanze a due ruote. Nel 61% dei casi è straniero e vuole girare l’Italia in bici per la bellezza dei paesaggi, il clima favorevole, l’ampia offerta culturale ed enogastronomica. Ama consumare prodotti di agricoltura biologica e locali. Ma il Veneto, come tutto il territorio nazionale, è ancora poco attrezzato per accoglierlo: poche strutture ricettive sono attrezzate per i ciclisti, pochi gli itinerari con la segnaletica adatta, scarse le informazioni e pure la promozione all’estero non è sempre adeguata.
Tanti operatori turistici si stanno accorgendo però delle grandi potenzialità offerte del cicloturismo, un’industria che in Europa crea un indotto di 44 miliardi (dati 2016 Enit), con 2,3 miliardi di gite in bicicletta organizzate e 20 milioni di pernottamenti.
E a dimostrare l’interesse è il pienone di operatori e guide turistiche accorsi all’agriturismo Corte Carezzabella, a San Martino di Venezze (Ro), per la giornata dedicata a “Agriturismo, Cicloturismo & Territorio”, promossa lunedì 20 novembre da Agricycle Veneto, la rete degli agriturismi di Agriturist-Confagricoltura Veneto che offre servizi dedicati ai cicloturisti.
Chiara Reato, presidente di Agriturist Rovigo, ha spiegato i grandi passi in avanti compiuti dagli agriturismi del territorio creando la rete Agricycle, che si è data una carta dei servizi dedicati ai cicloturisti come ricoveri per le bici, mappe, piccola officina, colazioni energetiche. “I turisti a due ruote che ci bussano alla porta sono tanti – ha detto -, anche grazie a un territorio come il nostro che con i percorsi pianeggianti lungo i fiumi e il Delta del Po è alla portata di tutti, dalle famiglie ai bambini. Tuttavia è necessario specializzarsi e formarsi, perché il cicloturismo non ammette improvvisazioni. Anche il pubblico dovrebbe però fare la sua parte, curando i percorsi, la segnaletica e il territorio. Il degrado e gli argini non sfalciati ci creano imbarazzo con gli ospiti. Chiediamo più cura e sensibilità alla bellezza, perché il paesaggio è il nostro grande patrimonio”.
Secondo Sandro Vidali, guida turistica che da anni conduce i cicloturisti alla scoperta del Delta del Po, manca ancora la capacità di investire nel cicloturismo come ha fatto l’Alto Adige con la Dobbiaco-Lienz, che sulla ciclabile ha costruito floridità e posti di lavoro: “Il nostro è un territorio che si presta molto a un turismo come quello in bicicletta, con i suoi 480 chilometri di argini fluviali e il Delta del Po. Bisognerebbe però fare scelte coraggiose per mettere in sicurezza il ciclista, ad esempio limitando il traffico nelle stradine che costeggiano i fiumi. E occorrerebbe lavorare sull’intermodalità dei trasporti, perché senza treni, bus e traghetti che trasportino i ciclisti da una parte all’altra del territorio non si crea attrattività. Invece qui è stato addirittura cancellato il traghetto tra Porto Levante e Albarella, che era il collegamento tra Venezia e Ravenna per tanti gruppi cicloturistici, ora costretti a percorrere la Romea con grandi rischi”.
Bisogna crederci di più, perché la domanda c’è, come ha confermato Pierfrancesco Rupolo, che dirige una delle due case editrici di guide cicloturistiche in Italia, che ha ricordato come l’indotto del cicloturismo in Italia sia in crescita continua. Michele Mutterle, referente nazionale della Fiab, la Federazione italiana degli amici della bicicletta che propone ogni anno 4.000 cicloviaggi, ha fornito i dati interessanti di una ricerca tedesca: un cicloturista compie vacanze della durata media di sette giorni, pedalando per 544 chilometri, cambiando spesso albergo e città. Un fermento confermato da Carmen Gurinov, guida sui Colli Euganei, Matteo Mingardo, promotore di eventi nell’ambito del turismo rurale, Alberto Zucchetta, consulente turistico e Diego Gallo, referente di Ogd Terme, che ha sottolineato come il turismo stia cercando “nell’agricoltura elementi per potersi rigenerare”.
Le conclusioni sono state affidate ad Alberto Sartori, di Agricycle Veneto e Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto: “Da due anni abbiamo iniziato a intessere sinergie tra i diversi operatori turistici ed è questa la strada giusta, perché dobbiamo sempre di più strutturarci e diventare professionali. La Regione Veneto sta mettendo sul piatto bandi molto interessanti, ora sta a noi dare concretezza ai nostri progetti”.
fonte: rovigooggi