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I primi di settembre saranno ospiti nel nostro Paese Mario Marcassa e Omar Pedrini.
I due eventi musicali organizzati dal parroco Don Giuliano Zattarin rientrano nel ciclo di incontri che già era iniziato ad agosto dal titolo “Uscire incontro…” e sono programmati per le seguenti date:
LUNEDÌ 5 Settembre Ore 21
Piazza ALDO MORO San Martino di Venezze
MARIO MARCASSA LIVE PROJECT (Rock-Blues-Pop Internazionale)
Con DENISE TURRINI-voce, DAVID CREMONI- chitarra,
CLAUDIO CASTELLI-sax e clarinetto, MARIO MARCASSA-basso

MERCOLEDÌ 7 Settembre Ore 21
Chiesa Parrocchiale di San Martino di Venezze
“LA MUSICA PER SENTIRSI VIVI”
con OMAR PEDRINI.

Mario Marcassa: Diplomato presso il Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo in Contrabbasso e, successivamente, in Didattica della Musica, è docente di Musica presso la Scuola Secondaria di I grado, proprietario del Cat Sound Studio di Badia Polesine dal 1987, compositore, arrangiatore, tecnico del suono. Nel panorama musicale vanta collaborazioni con artisti di fama internazionale (tra i quali Tullio De Piscopo, Paolo Fresu, Tony Scott, Garrison Fewell, Giovanni Mazzarino, Stefano Benini, Skiantos, Freak Antony, Leandro Barsotti, Karin Mensah, Rhonda Moore, Franco Rossi, Mauro Negri, Paolo Birro) e numerosi tour in Italia ed all’estero((SIM di Milano,1994; Capodistria-Slovenia,1996; Meditinsky Dom Theatre”,e “All Star Jazz Club” Mosca, Canale russo televisivo Ostankino, Euromeet Veneto Jazz, Legnago Jazz, Cremona Jazz, Sarteano Jazz, Vigonza Jazz e Mostra del Cinema di Venezia nel 2001) e tournèe all’estero in Russia (1993, segnalato come primo bassista a portare in russia un basso a 6 corde), Slovenia (1996), Germania (2004, 2005 e 2007 a Berlino, Lipsia, Altenburg ,Erfurt, Jena, Dresda e altre), Francia (2007 con il cantautore Leandro Barsotti) a Blois vicino Parigi, IOWA (U.S.A) tra luglio e agosto 2008 a Des Moines (Jazz in July) e Fairfield (Artsfirst Friday Festival)), collaborando in oltre 160 album. (https://www.mariomarcassa.it/)
Di Omar Pedrini, più volte ospite nel nostro paese, cantautore, scrittore, fondatore dei Timoria con Francesco Renga, ecc… ecc.. e della sula lunga ed eclettica carriera abbiamo già scitto nelle presentazioni precedenti.

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fonte: civicovenezze

Nonostante alcune defezioni causate dal Covid, i nati nell’anno 1951, sia a San Martino di Venezze, sia a Beverare, non hanno rinunciato alla più che trentennale tradizione della “rimpatriata annuale”.
Si sono incontrati a “metà calendario” per un unico ideale compleanno che abbracci tutti i nati nell’anno della Grande Alluvione, avvenuta ormai 71 anni fa.
Convenuti anche da fuori provincia e regione, hanno partecipato alla santa messa celebrata anche in ricordo delle amiche e degli amici scomparsi; al termine della cerimonia religiosa si sono recati in un ristorante locale. Al pranzo è stato invitato anche il parroco dell’unità pastorale San Martino e Beverare, don Giuliano Zattarin nominato “membro onorario del gruppo” e che nel 1971 venne a San Martino, come vice parroco per il suo primo incarico da sacerdote.
Come sempre, il pranzo è stata l’occasione per trascorrere in gioiosa compagnia un tempo di ricordi, alternando aneddoti dell’infanzia a foto dei precedenti pranzi e ai racconti della giovinezza, il tutto condito da ottime pietanze .
Il momento che precede il taglio della torta, con un cerimoniale ormai ben collaudato, prevede il saluto ed il brindisi di Ivo Contiero (responsabile del Comitato nato per organizzare le riunioni) le dediche poetiche di Lodovico Bolzonaro e di Piera Toso.
La novità di questo anno è stato il libro che Ivo Contiero ha voluto donare ai suoi amici coscritti e che, scritto dall’amico di una vita Albino Boreggio, con la scusa di raccontare la sua passata vita politica, si rivela anche uno spaccato di vita paesana.

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fonte: civicovenezze

Sabato e 16 e domenica 17 ottobre Don Stefano saluterà le comunità di San Martino e Beverare durante le celebrazioni delle sante messe.
Il sacerdote togolese,  che è stato destinato alla parrocchia della cattedrale di Adria, aveva rimpiazzato il suo connazionale Don Pierre Claver e, come il suo predecessore, si trova in Italia per completare il corso di studi di diritto canonico presso l’Università degli studi di Venezia.
Il suo apporto nella nostra comunità è stato oltremodo evidente durante il periodo pandemico, particolarmente durante il lock-down, effettuando i collegamenti on line che permettevano al parroco Don Giuliano Zattarin di comunicare da remoto e di diffondere le sante messe, i momenti di preghiera, ed effettuare i meeting quando tutto ciò non era possibile farlo in presenza.
Riportiamo in calce il saluto del parroco:

“A nome dell’Unità Pastorale di San Martino di Venezze e Beverare, ringrazio don Stefano per la sua presenza in mezzo a noi in questi ultimi 4 anni. Presenza preziosa e importante che ci ha aiutati a sentirci parte viva di una Chiesa aperta al mondo e alle sue continue nuove sfide. La presenza fra di noi di sacerdoti che provengono da realtà diverse dalla nostra, ci stimola a riflettere e a capire che la missione dei discepoli e degli apostoli non fu pensata da Gesù come una missione religiosa o dottrinale, ma come una missione umanizzante, curativa, destinata a dare vita. In questi anni, con don Stefano, ci siamo aiutati reciprocamente a prestare maggior attenzione alle persone e alle più diverse situazioni che ci circondano e abbiamo capito che Dio è presente in ciascuno di noi mediante il suo Spirito. Abbiamo imparato a godere del bene dovunque sia fatto, da chiunque sia compiuto. La vita ci ha fatti incontrare. Forse non è stato un caso. Teniamoci cari gli uni gli altri. Non perdiamoci di vista. Non andrai lontano per il momento. Nel frattempo pensiamoci e ringraziamo ancora una volta il Signore per averci fatti incontrare.

Con affetto e stima profonda
don Giuliano e la Comunità di San Martino e Beverare”

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fonte: civicovenezze

Una piccola delegazione per portare un messaggio di pace. Un gruppo di una trentina di persone di San Martino, tra giovani e meno giovani, ha partecipato domenica 10 ottobre alla sessantesima edizione della marcia della pace da Perugia ad Assisi alla quale, ricordiamo, non sono ammessi stendardi politici.
Partito in pullman (organizzato dalla Unità Pastorale del parroco don Giuliano Zattarin) la mattina presto, il gruppo sanmartinese ha preso parte all’importante manifestazione di pace e solidarietà tra i popoli che, come ogni anno dal 1961, si svolge dal capoluogo umbro, fino alla città francescana di Assisi, per un percorso a piedi di circa 25 chilometri.
Lo slogan di quest’anno è stato il motto coniato da don Lorenzo Milani, ovvero “I care”, prendersi cura, delle persone, dell’ambiente, degli altri.
Molti i personaggi di spicco, come don Luigi Ciotti, ma anche Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, Zakia Seddiki, moglie dell’ambasciatore Luca Attanasio, scomparso a febbraio in un agguato in Congo, Cecilia Strada, figlio di Gino Strada, fondatore di Emergency venuto a mancare ad agosto.
Un’esperienza significativa per i ragazzi sanmartinesi, che hanno avuto modo di portare il loro contributo, il loro entusiasmo e il loro messaggio di pace e speranza attraverso le loro gambe, per una giornata che ha visto la partecipazione di ben 30mila persone, accompagnate dall’immancabile lenzuolo di pace color arcobaleno.

 

 

fonte: rovigoindiretta

Finalmente dopo la pausa imposta dal Covid -19, i nati nel 1951 di San Martino e Beverare hanno potuto riprendere la loro trentennale tradizione della “rimpatriata annuale”.
Domenica 19 settembre scorso, i coscritti della classe 1951 si sono reincontrati per festeggiare il loro 70esimo compleanno; convenuti a San Martino anche da fuori provincia e regione (con loro c’era anche Don Massimo Barison ora parroco a Bottrighe), hanno partecipato alla Santa Messa delle 11 celebrata per ricordare alcuni compagne e compagni scomparsi quindi si sono recati in un ristorante del posto per condividere un momento di convivialità.
Al pranzo hanno invitato anche il parroco Don Giuliano Zattarin, che questo anno ha celebrato i 5o anni di sacerdozio, e che proprio 50 anni fa venne a San Martino come vice parroco per il suo primo incarico da sacerdote.
Il  tempo del pranzo è trascorso in un clima gioioso e sereno,  dove ai piatti si alternavano le foto dei pranzi trascorsi, i ricordi, gli aneddoti dell’infanzia, della giovinezza e degli incontri più recenti.
Come di consueto, poi, è venuto il momento delle dediche poetiche di Lodovico Bolzonaro e di qualche riflessione sulla  generazione del ’51 proposte, da Ivo Contiero presidente del comitato per le riunioni, il quale ha ricordato che siamo la generazione de’…:
-noi che con uno straccio di pallone o con una bambola di pezza (magari riciclata) passavamo giornate intere a giocare con amici e amiche senza nutrire gelosie verso chi aveva più possibilità di noi;
-noi che alle scuole elementari abbiamo iniziato facendo le aste, i quadretti o i cerchi su un quaderno dalla copertina rigorosamente nera (riciclata poi come maschera di carnevale) seduti su banchi che oggi sarebbero considerati illegali;
-Eravamo noi che in fasce o ancora nel ventre materno fummo costretti ad emigrare in altri luoghi a causa della grande alluvione del Polesine;
-Siamo noi che nel momento del meritato riposo ci rendiamo disponibili chi facendo volontariato, chi  aiutando i figli anche economicamente, chi accudendo nipoti  in sostituzione o in affiancamento  dello Stato socialmente carente;
non è mancato il pensiero di Don Giuliano per ricordare come sia stato accolto fra loro 50 anni fa e quanto lavoro sia stato fatto assieme nei tre anni in cui è rimasto, coltivando anche rapporti di amicizia che durano inalterati da allora; Don Massimo Barison, infine, ha ricordato che la settimana successiva ricorrerà il 45 anniversario del suo sacerdozio, e riferendosi a Don Giuliano, ricorda quanto sia stata stimolante la sua presenza per lui giovane seminarista.
Infine dopo la tradizionale foto di gruppo, si sono scambiati i saluti e le promesse per un ritrovo all’anno successivo.

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fonte: civicovenezze

La generosità di Omar Pedrini, soprattutto verso i suoi fan, non ha confini.
È quello che è successo lunedì 13 settembre, nella parrocchiale di San Martino di Venezze quando lo storico cantante e frontman dei Timoria, è stato ospitato da don Giuliano Zattarin per un incontro tra musica e parole a ruota libera. Omar Pedrini è ormai di casa a San Martino, essendo  la terza volta che viene a San Martino, grazie a una bella amicizia nata con il parroco sanmartinese, in virtù dell’insistenza di alcuni fedeli fans.

Teatro della serata la chiesa di San Martino Vescovo, con Omar accompagnato dal giovane chitarrista Simone Zoni e da Davide Apollo, cantante dei Precious Time, tribute band ufficiale dei Timoria. E partendo da uno dei suoi cavalli di battaglia come “Sole spento” dedicato alle donne afghane, Omar è passato a riflessioni più profonde: dalle origini povere e contadine della sua famiglia di un piccolo paese della sponda bresciana del lago di Garda, alla passione per la musica tramandate dal nonno e dalla mamma, dalle riflessioni sulla vita e le sue paure, alla crisi di fede e la speranza ritrovata, arrivando fino alla musica di oggi e al suo significato tra i giovani; da “Sangue impazzito” a “Nina”, tra le sue note musicali più famose e il suo inconfondibile timbro di voce, l’incontro con Omar Pedrini è stato come una chiacchierata con una persona semplice, legata alle sue origini, in particolare alla sua nonna Nina, che lo ha ispirato da sempre, dando il nome alla sua storica chitarra, fino alla frase a cui il cantautore bresciano è da sempre legato, e che compare nell’incipit della sua biografia: “Con la musica non sarai mai solo”. Una serata che ha lasciato il segno tra le diverse persone venute ad ascoltarlo e che alla fine hanno salutato Omar come un buon vecchio amico, pronte a rivedersi presto.

 

fonte: LaVoceRovigo

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