A causa di problemi tecnici del sito, non abbiamo potuto essere puntuali nel festeggiare nel luglo di quest’anno il 70emo compleanno di Nevio Barison, un compaesano con una carriera sportiva di rilievo: Un polesano alla corte di Liedholm, al Verona in Serie B nel 67/68 guidato dal “Barone” che gli diceva: “Bravo Barisa!”
L’INTERVISTA Il sanmartinese Nevio Barison ha festeggiato 70 anni tra aneddoti e ricordi
Gabriele Casarin
SAN MARTINO DI VENEZZE – Un traguardo di tutto rispetto. Sono i settant’anni di Nevio Barison, sanmartinese doc, che lo scorso 23 luglio ha festeggiato le sue 70 primavere.
Ex terzino sinistro, cresciuto nel campetto di paese e notato da Celestino Celio, famoso calciatore classe ’25, anch’egli originario del paese in riva all’Adige che negli anni Cinquanta ha vestito la maglie di grandi squadre di Serie A come Milan, Roma, Inter, Genoa, Padova, con una presenza in Nazionale (a cui due mesi fa è stato intitolato proprio il campo sportivo di San Martino).
Celio lo propone al suo Rovigo, dove allenava all’inizio degli anni Sessanta. Ma Nevio, dopo aver parlato con la famiglia, decide di rimanere a giocare nel campetto di paese, oltre a studiare in collegio.
A 17 anni però, Barison lascia il ‘suo’ San Martino per andare a giocare a Grignano, neopromosso in Prima categoria nel campionato 65/66, agli ordini dell’allenatore-giocatore Granziero; annata che si conclude con l’immediata retrocessione, per vincere subito il campionato di Seconda categoria l’anno successivo nel 66/67.
Nevio diventa ben presto protagonista anche con la Rappresentativa provinciale, dove si mette in luce assieme a un altro polesano, Patrizio Bonafè da Taglio di Po, e l’allora presidente del Grignano Severino Rizzieri lo porta a sostenere i primi provini con Spal, Lecco (“A Lecco ci andai da solo e riuscii a non perdermi”, racconta Nevio) e col Verona di Nils Liedholm, in serie B, che lo aveva notato con la Rappresentativa e lo vuole nella sua squadra. Per Barison sarà decisivo l’ultimo provino svolto al Bentegodi, infatti sarà aggregato alla prima squadra in ritiro sui monti trentini a Tione e, in una prima amichevole giocata a Rovereto, Nevio ricorda bene l’incitamento dello stesso Liedholm durante la gara con un: “Bravo Barisa!”.
Da lì Barison viene impiegato nel torneo De Martino nel 67/68 (un campionato vetrina riservato alle squadre di A, B e C e rivolto ai giocatori che trovavano poco spazio nei club e ai giovani), oltre a venire convocato qualche volta in prima squadra dallo stesso Liedholm. Sarà un’annata trionfale per gli scaligeri che, con il “Barone” in panchina, centreranno la promozione in Serie A, e Nevio Barison, nel suo piccolo, sarà uno dei protagonisti di quell’annata: “Liedholm mi avrebbe fatto giocare anche di più, se non avessi avuto solo il piede sinistro per calciare, poiché il destro non lo usavo mai”, scherza il sanmartinese.
L’anno successivo per Nevio comincia la leva militare, assegnato a Milano. Grazie ai molti permessi concessi, nell’annata 68/69 riesce a giocare con la Gallaratese in Serie D, una squadra satellite del Milan.
Dopo la leva, per il sanmartinese arrivano offerte calcistiche anche dal sud in Serie C, ma preferisce avvicinarsi a Rovigo. E nel 69/70, dal Verona ritorna a Grignano in Seconda categoria.
L’annata dopo per Nevio inizia una nuova avventura nel Badia Polesine, col presidente Mario Rizzi e con il mister Mariuccio Vigna con cui nel 72/73 vince il campionato di Prima categoria, rimanendo per le successive tre stagioni di Promozione: nel 73/74 con mister Vigna prima e Danilo Vanin dopo; nel 74/75 iniziando con mister Ferrari e proseguendo con Vanin e, infine, nel 75/76 con mister Gino Vecchi. Era una Promozione che annoverava squadre blasonate come Arianese, Tagliolese, Castelmassa, Contarina, Sampietrese, Carpano Ca’ Venier, Rovigo, oltre a Cittadella, Monselice, Schio e Abano.
Dopo tre campionati di Promozione col Badia, per Barison arriva il primo serio infortunio al ginocchio sinistro: una distorsione. Decide di non operarsi, ma di continuare a giocare stringendo i denti.
Per questo si ridimensiona, scegliendo di ritornare a ‘casa’, nel suo San Martino, dove la squadra del presidente Ignazio “Ciccio” Sattin in Seconda categoria si sta facendo le ossa. Nevio darà il suo contributo alla formazione gialloblù fino al campionato 81/82, in cui i ragazzi dell’allora mister Taschin arrivano secondi.
Da lì, Barison appende le scarpe al fatidico chiodo, cambiando pelle e diventando direttore sportivo nel campionato 82/83 e successivamente trasmettendo la sua esperienza come allenatore per tre stagioni nelle giovanili del San Martino, mentre nel frattempo un altro grande calciatore sanmartinese come Corrado Rodighiero, inizierà la sua escalation portando il San Martino dalla Seconda categoria alla Promozione.
Le ultime esperienze di allenatore per Nevio Barison hanno riguardato il settore giovanile dell’ex Union Destra Adige 2002 (che raggruppava i ragazzi di San Martino, Beverare e Pettorazza).
Una lunga carriera costellata di bei ricordi: “Liedholm era una persona stupenda – racconta Nevio – Quando allenava i portieri tirava sempre all’incrocio, era un grande allenatore. Fu grazie a lui se sono arrivato a giocare in Serie B a Verona”.
E adesso Nevio Barison si gode i suoi 70 anni, con un occhio sempre rivolto alla ‘sua’ Juventus, nel ricordo di quel “Bravo Barisa!”, la benedizione del “Barone” svedese che in lui aveva visto giusto.